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V Římě, 4. června 1605.



Státní sekretář papežský kard. Erminius Valenti Pražskému nunciovi Ferrerovi: o nelibosti papežově, že arciknížata nepořídili u císaře tak, jak bylo doufáno; ať se nuncius přičiní, aby český sněm svolil co největší pomoci na válku.

Souč. opis v arch. Vatikánském: Borgh. I. 926, fol. 4; jiný opis tamtéž: Nunziatura di Germania 16, fol. 4.

Con questo ordinario solamente s'è ricevuta la relatione di V. Sgria. delli 16 del passato, et N. Sgre. ha inteso con infinito dispiacer ï animo, che gli arciduchi non habbino fatto tutto quel frutto, che si sperava in materia de li tre capi scritti. [Relace nunciova ze 16. května, o níž se tu činí zmínka, jest v arch. V atik.: Borgh. II. 152, list 7. Nuncius tu oznamuje, že arciknížata předložili císaři tři články: "ľ uno che ľ imperatore si contentasse di dar ordini, che con ogni diligenza si trovasse denaro per sodisfare ľessercito imperiale ammutinato per difetto di paghe...; il secondo che, essendo questo disordine successo per colpa deministri, che per le loro dissensioni hanno trascurato i rimedii o non rappresentate le necessità, S. Mtà. voglia provedere a questo con nuova forma di governo; il terzo che ľ incertezza dei successore tiene questi regni sospesi in modo, che la nobiltà e i popoli sono combattuti da varii affetti e non uniscono la loro volontà alla difesa, come converrebbe, onde, quando S. Mtà. non voglia far ufficio con gli elettori, che si venghi alla dechiaratione del re de Romani, almeno dechiari esso il successore in questi regni con quelle conditioni che le parerà". Podle zprávy nunciovy císař na prvou žádost nařídil svým ministrům, "che si tenti ogni via per trovare con prontezza denari da soccorrere quanto prima ľesercito, ma le difficultà nel trovare il denaro sono tali, che ancorché S. Mtà. esibisca di vendere alcune baronie che ha in questo regno, è nondimeno tanto il spavento dei presenti periculi, che ciascuno tien saldo il denaro che ha, per quello che li


possa occorrere; agii altri due punti mostra S. Mia. così poca inclinatione che più tosto li sono parse odiose le propositioni". O jednání arciknížat s císařem viz ostatně především Stieve, Politik Baierns II. str. 735 násl.; srov. Tomek, Děj. Prahy XII., str. 419.] Sono lontani i rimedii, et il male è vicino, onde se non si fanno preste risolutioni, non si può sperare cosa buona. La nobiltà di cotesto regno, che vede il pericolo manifesto, non dovrebbe tardar tanto a far le provisioni necessarie, massime essendo il nemico così vigilante. Però ricorda S. Sta., che in questo particolarmente lei si riscaldi et con ogni possibile uffitio solleciti la dieta del regno, acciò si stabilischino quei maggiori aiuti, che si potrà, et si mettano insieme le forze quanto prima. Qui si fanno continue orationi per li felici successi etc. Di Roma li 4 di Giugno 1605.




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