84.

v Praze, 10. června 1605.



Nuncius Ferreri stát. sekretáři papežskému kard. Valenti: o svoleních, jež asi učiní český sněm; o dvoumilionové půjčce italské.

Orig. v arch. Vatik.: Borgh. II. 152, list 20. Na rubu jinou rukou poznamenáno: "Risposta 25 di Giugno 1605.

Illmo. etc. - Ľ arciduca Matthias che partì di qua alli 2 [Sr. zprávy o odjezdu Matyášově v č. 74 a 79.] etc. ... Il grancacelliere che fu da me hieri per il negotio che scrivo nelľ altra lettera, [Viz č. 85.] da poca speranza, che questo regno sia per concedere altro a S. Mtà. che il vigesimo, il decimo et il quinto soldato, secondo che cresceranno le necessità, con obligo di soccorrere Vienna, Cornar, Strigonia, Wiuar in occasione ïassedio, fuori della quale pretendono di non uscire dal regno. [Srov. č. 77 čl. 2., č. 83 odst. 1. Zatím bylo již rozhodnuto, že se císař spokojí tím, co mu stavové ve své odpovědi nabízeli. V kalendáři nejv. kancléře Zdeňka z Lobkovic na rok 1605 (kníž. archiv, v Roudnici: VII. Ad. 118) čteme k 10. červnu tento vlastnoruční záznam kancléřův: "Significavi statibus Caesarem acceptare illorum responsum, ideo ut scribant" (t. j. patrně, aby psali články sněmovního snesení). Z tohoto záznamu vysvitá, že zvláštní replika na odpověď stavů podána nebyla. V tom smyslu dlužno opraviti to, co o této věci bylo pověděno svrchu.] Si sono doluti nella dieta, che S. Mtà. non esca, poiché in tal caso ogniuno è obligato a seguitarlo sotto pena del¾honore che in questi paesi si prezza molto più che la vita. [Srov. č. 77 odst. 3 a č. 83 odst. 2 V odpovědí na tuto relaci nunciovu z 25. června 1605 (souč. opis v arch.Vatik.: Nunziatura di Germania 16, fol. 8) dotýká se papežský statni sekretář kard. Valenti této věci slovy: "Sideve veramente dolere ogni uno, che S. Mtà. non si risolva ïuscire in campagna in tempo che si tratta di perdereo conservare tutti i suoi regni con una tale deliberatione, e con ragione si sono doluti nella dieta quelli che amanoil ben publico e la riputatione della Mtà. S., ma dovrebbero premere in questo particolarmente da chi dependonogľaiuti, conforme al bisogno."] Finisco etc. Da Praga alli 10 di Giugno 1605.

 

Giovanni Stefano Ferrero

 

vescovo di Vercelli.



(M. pr:) Se questo regno non aiuta a pagare la cavalleria, come dicono di non poter fare, e che è ¾intentione di S. Mtà., se bene ha fatto altre dimande, non so, come si evitarà ¾ ammutinamento della cavalleria, che di già si è levata dal¾essercito senza licenza, poiché qui non hanno [più] di 10 mila fiorini delli 800 milla che vi bisognano. [Srov. č. 78, č. 66 a č. 83 odst. 1.]

Nel partito de denari ďltalia ho inteso meglio la propositione. S. Mtà. dimanda al regno di Bohemia, che soblighino a 45 mila fiorini, perche col suo essempio la Moravia e la Slesia daranno li altri 45 mila, onde potrà prendere un millione, [Srov. č. 78.] ma mi dicono questi offitiali, che, se non si mutano di parere quelli della dieta, che sono alienissimi ďobligarsi di questa somma per tanto tempo, ma io credo, che S. Mtà. replicarà tanto, che qualche cosa cavarà di più di quello che essi presuppongono. Il vicecancellier [Patrně český místokancléř Jindřich z Písnice, protože říšského místokancléře R. Coradutze nuncius z pravidla uváděl jménem.] dice, che la soventione di questo regno arriva a 600 mila fiorini e quest'anno ne danno 700 mila computato ogni cosa, e che quello che S. Mtà. vorrebbe, ascende ad altro tanto; il loro denaro però si comincia a pagar hora, ma si deve a mercanti, onde non resta un fiorino al ¾ imperatore.

 

Giovanni Stefano Ferrero

 

vescovo di Vercelli.






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