259.

V Praze, 28. února 1611.



Padavin dožeti Benátskému: Češi protahuji jednáni o mír, ač v pátek po svých vyslancích slíbili císaři přísahu; konečně prohlásili, že neuzavřou mira, dokud Pasovšti neopustí zem a nenahradí škod, ač císař jim povolil, aby děla byla odtažena, z obavy o katolíky ve městě, a aby Turn a jeho druhové odešli na Staré město; Ramée dal najmouti nový pluk, je však již pozdě, Češi mají mnoho vojska a na venku k Budějovicím se srocuji sedláci; Matyáš je v Jihlavě a pomalu se blíži; služebnici císařovi jsou rozrušeni a radí císaři, aby dal korunu a privilegia dopraviti do Budějovic; ke kurfirstům posláno o pomoc, vyjednává se se Saskem a Braniborskem; k tomu již nezbývá času, nebude možno vzdorovati Čechům spojeným s Matyášem; je nedostatek potravin; Staroměstští chtěli přemluviti stavovskou posádku na hradě k vydáni koruny a privilegii, proto hrad obsazen Pasovskými; Padavin jest dosud na hradě.

Orig. ve státním archivu ve Vídni: Dispacci di Venezia, Senato III 44, fol. 365-368. A tergo adresa dožeti Benátskému a poznámka jinou rukou:, 28 Febbr. 1610, ricevute 9 Marzo 1611.

Sermo principe etc. Doppo ľingresso dellagente di Possa inguesta città,guanto più li Boemi fortificati in Terra Vecchia sono andati dando buona intentione nelle trattationi di accordo con molte promesse per unirsi, tanto maggiormente in fine si sono alontanati dalľ effettuatione, ancorché habbino venerdì sera mandati un barone, un nobile et un cittadino a promettere et assicurare S. Mdi farle ilgiuramento ilgiorno apresso, portando sempre nove pretensioni per tirare il tempo avanti, affine di munirsi digente et assicurarsi delli aiuti del re Mattias; e poi liberamente hanno detto di non volere accordo, se non conguesto, che la soldatesca in termine di seigiorni eschi dal regno e siano rifiati tutti li danni inguesto tempo per dovere poi alľhora pensare algiuramento, non ostante, che ľimperatore li habbi conpiacuti in diverse dimande e particolarmente nel far levare tutte le arte-gliarie, non havendo mai voluto assentire, che siano adoperate, per non aventurare la vita de poveri cattolici di là minaciati e che vengono tenuti congran stretezza, e per havere permesso al conte della Torre,generale delle loro armi, et a due altri capi principali [Totiž Fels a Vilém st. z Lobkovic.] cherano feriti, che passino di là con le mogli con promissione di procurare ¾unione e di ritornare poi, il che non è seguito, anzi pergues andata si sono maggiormente ostinati.

Monsignor di Rame ha mandato capitani fuori a mettere insieme un regimento di fanteria, non sapendo di certo, deguali aiuti ricercati possa promettersi, portando tutti dilatione di tempo, eguesto ancora teme di haverlo tardo, perché Boemi sonogià ingran numero nella città, e li villani fuori verso Budvais si sono messi insieme intorno a sei mille. E corre voce, che da duegiorni ingua buon numero digente del ré Mattias si trovi a Trigla [T. j. Jihlava.] nella Moravia a confini diguesto regno, e chegli medesimo con altra militia seguiti, se ben lentamente per la convalescenza dellagotta, onde si va dubitando, che non possi tardareguella M ad esseregui vicina, e perciòguesti ministri si trovano ingran combustione ïanimo e vanno hora pensando al rimedio più opportuno,giachè non possono havere ¾uso del canone, essendo stato da alcuni consigliato cesare a levare la corona e li privileggi che sono in castello, e farli portare a Budvais chè città assai forte, ma sino ad hora non inclina aguesto partito, tutto che le considerino, che Boemi,guando si vedino levare cosa a loro si cara, in particolare per li privileggi di ricognitione che molti principi digermania dano al regno, convenirano per forza condescendere al suo volere.

Si sono mandate persone espresse a tuttigli elettori per discolpareguesto ingresso col fondamento pure, che sia seguito contra il volere delľ imperatore e che hora per mancamento di denari non si possi licentiare la militia. Al duca di Sassonia si dimandano aiuti, ma non si sa, se li concederà, mentre non è ancora del tutto terminato ¾accordo con Brandemburgh alguale vorrebbe il conte di Sulz, che ľimperatore levasse il bando imperiale per la disobbedienza dei stati di Cleves e le concedesse ľinvestitura delľ elettorato che non ha mai havuta, per obligarlo a soccorrere digente. Maguando bene tuttiguesti dissegni havessero effetto, non possono essere a tempo del bisogno chè pur troppo vicino, chèguello che fa stare ogn uno con ¾animo sospeso per ľesito, prevedendosi evidentemente il danno che soprasta, non essendo digua digran lunga forze da ressistere al ré unito con Boemi, né in castello, né nella parte di Clansait provisione de viveri, che si possi né anco per pochigiorni ressistere ad un assedio, egià li vicini villaggi sono stati distrutti, né si truova più cosa veruna da mangiare.

Parte della soldatesca boema che fu messa insieme avanti ľentrata diguestagente, si truova in castello, assignata alla custodia di esso, dellaguale si assicuravano tanto più doppo il nuovogiuramento, ma però ¾inclinatione è stata sempre verso Boemi iguali, conscii di ciò, sono andati pensando di persuaderla ad admettere della soldatesca di là per prendere la corona et i privileggi da portarli in Terra Vecchia,guando non havessero potuto tenere il castello, etgià ¾intelligenza vi era e dessignata anco la notte ďeffettuarla, ma Rame per tempo se nè aveduto et ha levataguellagente e postovi buon pressidio de suoi soldati.

Stante ľincertezza delľesito diguesti moti et del continuato sospetto ď ambe le parti, ogn uno vive con la riserva e custodia della propria persona, che con le passate mie avisai, et io mi trattengo tuttavia in casa diguello di corte nel castello, spesando per necessità la sua e mia famiglia da dodecigiorni ingua, laguale non mi cesserà, benché venendo il bisogno, io mi ritiri in casa di Spagna, come dissegna di far anco monsignor nontio, per lasciare i miei inguesta casa alla custodia della robba, non tenendo apresso di me di ordinario se non le scritture per haverneguella custodia maggiore che richiede il mio riverente debito....[V depeších benátských ve vídeňském státním archivu je ještě jedna anonymní zpráva z Prahy z 28. února, a to ve svazku: Senato III (Secreta) 45, iol. 3-6. Pisatel podává všeobecné zprávy o vpádu Pasovských, o bojích na Malé Sírane, o kapiíulaci hradu a neústupnosti Staroměstských; praví, že Leopold chce, bude-li možno, postupem na Morava a do Rakous překaziti příchod Matyášův a že Ramée sesiluje vojsko z vlastních prostředků, lituje ho, že nemůže jednati neobmezeně. Leopold prý chce pojistiti císaře proti Matyáši a Čechům, a věc prý by se zdařila, kdyby jí bylo přiznivo Španělsko. O 25. únoru vypravuje toto: ťIeri ľaltro


che fu a 25, si tenevano le cose accomodate, etgià su la parola che havevano data a S. Mtà i commissarii boemi, serano levate ¾artiglierie leguali si riporrano, poiché vi è entrata la disperatione. Io non so più, che mi dire: soprastanogran precipitii, et mi escusi V. S. Illma, Se son confuso, perché ďuna attione tanto disordinata, con scarsità di tempo e pieno ďaltri pensieri, difficilmente posso discorrere con ragione. Inguesto punto ho presentito, che il ré viene avanti portato in lettica per la sua infirmità.guesti di Rame, non ostante in dieci mesi non habbino havuto paga intiera, si mostrano tuttavia coraggiosi, pronti di opporsi ad ogni maggior forza; ma in secreto corre fama, che S. Mshabbi a levare digua, così persuasa, et alcuni aggiungono, astretta da¾arciduca Leopoldo, se bene non mancano diguelli che dicono, che trovandosi ľimperatore combattuto da varii pensieri et opinioni et intricato inguesti movimenti, vorebbe mettersi più tosto in mano de Boemi. Se ciò è vero, ne sarà stato consigliato da alcuni intimi che possono havere inteligenza con Spagna, et conseguentemente contrarii algenio di Leopoldo.]

Di Praga li 28 Febraro 1610

Marc. Antonio Padavin.






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