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V Praze, 7 března 1611.



Medici [státníma sekretáři toskánskému]: stavové češti zajali ve Velvarech Tengnagla ubíraiíciho se s vyslancem anglickým ze země a přivedli je i s kořisti v triumfu do Prahy; stěží je zachránili před rozzuřeným lidem, který i vyslance pokládal za Pasovského; Medici k němu poslal sekretáře, nabídl mu svůj dům, což nepřijal a byl pak od Čechů, kteří se mu omluvili, vyprovozen; vyprávěl jeho sekretáři o žádosti Leopoldově, aby vzal Tengnagla na cestu, o jeho posláni a o úmyslech Pasovskýdi; císař po Černínovi vyjednával se stavy o rozpuštěni vojska a volném odchodu; na Malé Straně je hlad, pro nedostatek nelze živiti jízdu; začala výplata vojska, jízda se spokojila, ale pěchota se bouřila; včera po příchodu Matyášova vojska poslal Leopold k stavům Miraballa, ale stavové chtějí povoliti volný odchod, jen dostanou-li v moc pasovské velitele; i o Tengnagla by byli žádali, kdyby ho neměli, psali již o něm Matyášovi; to vypravoval Medicimu Miraballo a vylíčil těž situaci Leopoldovu, který nevidí jiného východiska než poslati k Matyášovi s prosbou za odpuštěni; Miraballo žádal také Mediciho za přímluvu u Vchynského, aby stavové s větši šetrnosti zacházeli s císařem, a on hned tak učinil po svém sekretáři; dověděl se též, jak je císař rozmrzen na Pasovské a jaké měl výstupy s jejich vůdci a chtěl na hrad zase posádku českou místo pasovské; v těchto dnech byly různé šarvátky a velká výtržnost na Starém městě [Plaieis]; vydávají se patenty o expedováni válečného lidu proti vzbouřenému vojsku; Medici již neusiluje o přesídleni obávaje se pasovského lidu anebo českého útoku na Malou Stranu; dnes ráno přišli Herberstein a Hodický do Prahy, aby se poradili, zda se má začíti s obleháním; Gianfigliazzi Medicimu vypravoval o vojsku a jeho počtu; Miraballo se vrátil a líčil mu, že na Malé Straně je stále hůře, vojáci se bouři a jest obava, že vydají své vůdce stavům.

Orig. v státním archivu ve Florencii: Cod. n. 4366.

Sermo signore. Questi stati di Bohemia essendo avvertiti, che dovevono partire molti carri ď arnesi verso Sassonia delle prede del barone Ansait, [Tim nemůže býti míněn nikdo jiný než Ramée, patrně je to chyba při rozluštěni šifer.] fecero giovedì notte passare 1 acqua a cinquecento cavalli et alcuna compagnia ď infanteria i quali gì acchapperono a Welver, che erono con il cavalière Lesieur che se ne andava in Sassonia et con il Teghnodel, [T. j. Tengnagl.] cancelliero et favoritissimo del signore arciduca Leopoldo, et che è quello che fu da S. Azza Serraa la prima volta mandato in Spagna et che hora era mandato in Sassonia et a tutti gì elettori ecclesiastici, i quali con gran trionfo insieme con i carri furono condotti in Praga, non havendo voluto credere al cavalière Lesieur, che fusse ambasciatore ď Inghilterra, et nel condurlo per Praga et per la strada, credendo la gente, che fusse un Possaviano, gli dicevono ingiurie tremende, et i capi duravano gran fatica a tenere, che il popolo non le corresse addosso, havendo bene condotto il Teghnodel coperto, perché diffidavano di poterlo conservare dalla furia del popolo che tutto ha oppinione, che egli sia stato uno de principali fabbri di tutte queste machine atorno al signore arciduca Leopoldo. Il che subito che seppi, mandai il segretario a un alloggiamento dove havevono lasciato il cavalière Lesieur, doppo che lo riconobbero, a fargli quei complimenti che mi parvero convenienti in simili accidenti, con pregarlo con molta instanza a volere favorire la casa mia non meno del suo ré che di V. Azza, il che egli doppo molti ringraziamenti ricusò di fare per volersene andare poco doppo, come ha fatto, accompagnato da buona scorta di Bohemi; et al segretario disse, che, quando era per partire, il signor arciduca lo convitò a desinare et lo pregò a volere in compagnia sua il detto Teghnodel che seco poi haveva questi carri che due dice sapere, che sono del Rame ne quali sieno granď argenterie et otto mila ungheri; [T. j. uherské zlaté.] et la commissione del Teghnodel gli disse essere di mostrare a tutti questi principi, che la rottura venga dal ré Matthias et pregarli ď aiuto, dicendoli, che per le sue instruttioni si conoscerebbe tutto il contrario di quello che s era trattato sino a hora qua et a Vienna. Oli soggiunse in oltre, che là in Klansait non era possibile, che vi si fermassero rispetto al mancamento del vivere et che però disegnavono di condurre con loro 1 imperatore a Possa o a Budvais, fratanto che ragunassero altre genti, havendo maggior disegni et pensieri che mai, dicendoli di più, che il signore arciduca s era doluto seco molto delli Spagnuoli et il suo negozio con le città a[n]seatiche [To jsou města německé hansy.] disse haverlo spedito a sua sodisfazione.

Da lunedl in qua, se bene i Bohemi mostravono poco di curarsi di trattar ď accordo, S. Mmandò in ogni modo il Cernino, suo cameriere mostrando risolutamente di volere licenziare et mandar via le genti di Possa, purché si desse loro sicurezza del passo verso l confini et si promettesse un oblivione generale di tutte queste cose passate, si che nessuno ne potesse esser mai molestato. A che risposero, doppo es[s]ersi anco fatti pregare un pezzo, che, quando si voleva licenziare una gente, non si faceva, perché se n andassero tutti in sieme, ma alla spezzata, il che quando S. M volesse fare, essi poi potrebbon dirle quello che gì" occorresse in questo particolare.

Ma intanto crescendo tuttavia la fame in Klansait, né essendo possibile nutrirvi la cavalleria, la necessità favoriva quei poveri huomini da quella parte sopra le spalle de quali vivono, che molti cittadini anco si sente, che habbino abbandonate le proprie case et itisene via. ma quando s è venuto ali atto, i soldati hanno detto di volere esser prima pagati avanti che partirsi et a questo effetto hanno fatto cavare a S. M cinquanta mila tallari. Si sono taglieggiati mercanti in Clansait a danari, argenteria et panni, et la cavalleria sera accordata in tre paghe, ma la fanteria non è voluta star salda et s è abbottinata, onde S. AŤ in tante difficoltà et angustiata grandemente dalla presa del Teghnodel, mandò hieri di qua il capitano Mirabal per trattare del Teghnodel et vedere quello si potesse fare, et che senza cercare altro questa gente fusse lasciata ire via, poiché dubitano ď essere combattuti da tutte le parti et a mala pena devono essere 5000 massime, che hieri finalmente arrivorono alla vista di Praga sei mila fanti et due mila cavalli del ré ď Ungheria i quali questa mattina devon fare la loro entrata in Praga. Che per quello tocca al passo sicuro della gente, m ha detto l istesso Mirabal che fu poi da me, come a soldati dicono, che lo daranno sicuro, ma vogliono, che gli sia datto nelle mani il conte di Sulcz, l Altarn, il Rame et che havrebbono ancora voluto il Teghnodel, se non l havessero preso, il quale hanno detto non poterlo rilasciare, quando bene volessero, perché havendogli trovate scritture di gran conseguenza contro il ré ď Ungheria al quale digià ne havevono dato conto, veniva, che aspettassero la risposta da S. Mregia et dicono, che habbi cominciato a cantare tutti i disegni che si havevono, et particolarmente scoperto un trattato che havevono in Bruna, città di Moravia. Et il detto Mirabal mi ha detto trovarsi S. Azza in grandissime angustie et che il conte di Sulz et cotesti per haverlo a parte della loro fortuna, lo consigliaro[no], che quietandosi ľabbottinamento se ne vada con la gente, il che mi dice havergli contrariato assai, mostrandogli il pericolo, che i soldati per il resto delle paghe non lo tenghino come prigione, quando bene si conduchino a salvamento a Budvais o Possa, et che fusse poi cosa indegna, che S. Ana havesse a ire con soldati che vanno rapinando la vita, et che gì haveva detto liberamente non si vedere più sicuro partito, che mandare un gentilhuomo al ré Mathias scusarsi delle cose passate et rimettersi in S. Mregia, che non le sarebbe vergogna di esser suo cugino. Et m accenò, che volesse fare un pò di offitio con il signore Wincislao Kinsickai [T. j. Vchynský; jméno bylo chybné rozluštěno z šifer.] perché si havesse più riguardo che fusse possibile alla persona di S. Mta tra questi signori Boemi, dove subito mandai il segrettario mettendogli tutte quelle considerazioni che molte mi parevono in questo caso con mostrare, quanto ne sarebbe commendato da tutti i principi et in particolare da V. Azza, che mostrò per la sua parte ï essere per farne capitale et particolarmente a mia instanza. Domandai al Mirabal della persona dell imperatore, che mi disse, che ogn uno adesso pensava a se et non potere se non andar male, o stia o vádia, il che era ancora in dubbio; et sento, che S. M sia grandemente scottata da questa gente et che hora che vede le cose andar male, habbi bravato et gridato con i capi loro, acciò che levassero le guardie di castello et vi si rimettessero i soldati boemi, ma sino a hora ha giovato poco, che oltre a questo in cambio di accq[u]istargli l Ungheria, la Moravia et l Austria, gli fanno hora che sono venute le genti del ré Mathias, perdere la Boemia, convenendogli o essere prigione del ré o di questi soldati, se andrà con loro.

Si sono fatte in questi giorni diverse scaramuccie con morte di qualcuno delľ una et l altra parte. Et un cattolico, essendo venuto a parole qui in città Vecchia con alcuni soldati, essi chiamandone deg¾ altri in aiuto loro, cominciò a correre la furia del popolo, et gli saccheggiorono la casa con pericolo anco, che non seguitassero la medesima furia alle case degľ altri cattholici, [Týká se vypleněni domu Plateisova.] se da questi signori stati non vi fusse stato prontamente rimediato, i quali ne hanno poi fatto pigliar molti, et già ne sono stati impiccati tre, che è buono salvo condotto per i cattholici. Et qui vanno dando tuttavia patenti di spedizioni di soldati con esprimervi, che questa non sia causa di religione, ma sola difesa del regno contro gente sediziosa et abbottinata. Et essendo venuto a questi giorni uno spenditore delľ imperatore a comprare di qua un poco di pesce, che di là non vene è lisca, dal popolo gli fu tolto, come intervenne anco allo spenditore del¾ ambasciatore di Spagna che haveva havuto licenza di poterne comprare di qua, che poi dal Kinzichi gli fu fatto ricomprare et mandatogliene....[V následující vynechané části je zmínka o vysláni Minckwitzově a Vartmberkově do Saska, o rozčileni kurfirsta Saského, o příchodu Hippolita a Colibus do Prahy v záležitosti administrátora Falce Rýnské a o hodnosti protektora Germanie udělené kardinálovi Borghese.]

Io non sono poi stato a fare grande sforzo di passare di là, perché vi si trova difficilmente alloggiamento et ogni hora si pensava, che la gente di Possa si partisse, nel qual caso si tengono adesso là in grandissimo pericolo, dubitando, che i soldati nel partirsi non sacheggino quello che resta di Clansait. Et anco come si apra il ponte, dubitano, che i Bohemi dalla banda di qua non faccino qualche gran furia addosso a forestieri per sdegno di quelle archibusate, che vogliono, che habbino tirate loro. [Naráží na střelbu Vlachů na Malé Straně při vpádu Pasovských.] Né mi pareva per adesso, massime doppo haver fatta instanza di partirmi et che di là s è saputo, havere urgente necessità di passare, non havendo l imperatore dichiarata questa città nemica, la quale fa sempre professione ï essere per S. Mces. il quale per quel che si scorge, non hanno intentione di levarlo di qui, ma si bene dare la amministrazione al ré Mathias, che governi il regno et lui.

E entrato stamani in Praga 1 Ermestain, [T. j. Herberstein.] maestro di campo generale della gente del ré ď Ungheria, et 1 Odischi, [T. j. Hodický.] sergente maggiore, per consultare, come s habbino da governare et se devono passare il fiume per rinchiudere la gente di Possa in Klansait. Et l alfière Gianfigliazzi che è nelle truppe del conte Tampiero et essendo venuto con loro in questo punto è venuto da me; mi dice, che sono due reggimenti ï infanteria sotto Ferdinando Kolniz et Tiffenpoch, mille cavalli sotto il Pucchen, [To jsou: Kolonič, Tiefenbach a Puchheim.] cinquecento sotto il conte Tampiere et cinquecento sotto il Fundergoltz, [Günther von der Goltz, plukovník ve vojsku krále Matyáše.] gente tutta buonissima, et che il ré dovrà seguitarli con la nobiltà et con quattro milla Ungheri già in essere et con altre genti che s andranno facendo et che facevono conto fusse di già a Trigla. [T. j. Jihlava.]

Doppo havere scritto sin qui, è tornato da me il Mirabal che mi dice essere le cose tuttavia in peggiore stato dalla banda di là, perché i soldati dicono ï essere stati condotti qua per liberare l imperatore di gran miserie, et che veggono ď essere stati condotti a fare tutto il contrario et che non ne vogliono sapere altro se non ď essere pagate et licenziate qui. Et si dubita che da loro stessi non dieno in mano a Boemi il Rame, il conte di Sulz et l Altam, et che S. Azza era quasi che persuasa di mandare un suo gentilhomo al ré Mattias a domandargli passaporto per potere andar lui a rimettersi nelle sue braccia. Et per fine etc.

Di Praga li VII di Marzo 1611.

 


Di V. Azza Serma

 

humilissimo vassallo et servitore

Giuliano Medici.






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