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V Jihlavě, 18. března 1611. |
Nuncius Placido, biskup Melfský, státnímu sekretáři kurie: král vytáhne z Jihlavy 20. března; bratři Vďiynšti přinesli povoláni krále českými stavy; zde je radost z obsazeni hradu Pražského; dřívějši vyslanci čeští byli odvoláni; Beck přijel pro vévodu Brunšvického, nabízí jménem císařovým vše možné, jen aby zastavil krále, včera odjel; zde se nevěří císaři, protože vojska nerozpustil, ač je vyplatil a Leopoldovi dal peníze a Krumlov; s králem potáhne 1000 jezdců moravských a mnoho šlechty, z Prahy mu vyjde vstříc jeho vojsko.
Orig. v archivu Vatikánském: Nunz. di Germ. 114 G, fol. 185-187. A tergo adresa kardinálovi Borghese.
Illmo et Revmo signore v. Giunsi mercordì [16. března.] qui in Trigla un giorno doppo di S. Mtà la quale, già risolutissima ïarrivar in Praga, partirà per quella volta domenica mattina 20 del corrente. Gui sono gionti i due fratelli Chinski con lettere signate dalla maggior parte dei baroni boemi, com essi dicono, et da g¾ altri due stati del regno i quali chiamano il re a quel governo. Rifferiscono questi due cavalieri, che la soldatesca ď esso re è tutta alloggiata in Praga et che ha già in sua custodia il castello et Racino, onde qui già si gloriano ï haver in man nostra non solo la corona et li privileggi, ma ľ imperatore istesso. Portorno anco i detti Chinski lettere dei medesimi stati boemi a questi lor commissarii eh erano qui, con ordine, che senza andar più innanzi nella lor comissione, dovessero ritornarsene a casa, come fecero subito. Il che può dar segno assai manifesto et [in]convertibile, che la chiamata del re per quel che tocca alla parte di quei stati, sia legitima et ben fondata. Il medesimo giorno di martedì [15. března.] giunse qui di nuovo il baron Marco Bech, spedito dalP imperatore a Bransuich con lettere efficacissime, perché andasse in Praga, per dover poi tornar in qua unaltra volta, et che in tanto offerisse al re in nome di S. Mtà cesarea ogni possibil sodisfat-tione, purché si contentasse di fermarsi ove hora si trova, et non andar più innanzi, et in effetto per quel che si vede, o almeno per quello che si va dicendo, le cose di quella parte pare che corrino fattalmente alla ruina. Bransuich partì hieri doppo desinare per le poste, ma de g¾ offitii fatti da lui per ritener il re non veggo, che se nhabbia raggione alcuna, perché in somma le inconfidentie crescono ogn hora più, et si van sempre maggiormente intrigando g¾ interessi, et il veder, che doppo lo sborso, fatto dal ľ imperatore per ľintiera sodisfattione delle genti di Possa, non sia altrimente seguita la lor dismessa, ma che ridot tasi sotto il serm0o Leopoldo et gľ altri suoi capi in Botuais, procuri ivi di fortificarsi et annodarvisi, da qui un grandissimo sospetto, facendosi giuditio, che detti capi o pur esso sefmo Leopoldo, mantenendo i soldati con nove speranze, dissegnino con i denari havuti dal ľ imperatore ď ingrossarsi, per poter più facilmente colpire a qualche lor dissegno; [Leopold oznamoval 18. března císaři po plukovníkovi Kašparovi z Gentu, že ujednal s vojskem zaplaceni devitiměsíčniho žoldu a že vyklidil Tábor; zároveň naříkal na pronásledováni vojska českými stavy, na zabavováni jeho statků a zatčeni Tengnaglovo; až tyto stížnosti budou odčiněny, chce vojsko rozpustiti (ve výtahu vydal Chroust z místodrž. archivu v Inšpruku v Briefe u. Akten IX, pozn. 1.; srovn. tamže, jak 13. a 14. března ujištoval Leopold, že vojsko podle slibu rozpustí).] et la donatione fatta in tempo così importuno da S. Mtà ces. ad esso sermo Leopoldo della città et dominio di Cremau in Boemia, vicinissima a Botuais, benché fin hora invallida, come dicono, per non esservi il consenso dei stati et per non esser ridotta nelle tavole del regno, da maggiormente inditio di qualche cattivo pensiero. Con il re andarano per guardia della sua persona li 1000 cavalli di Moravia, oltre la molta nobiltà di queste provintie, et di Praga si rispingerà incontro per un buon pezzo di strada buona parte di quella sua soldatesca, et fo conto, che mercordì prossimo potran vedersi o almeno mandarsi ľ un ľ altro ambasciate di vicino, ma non so però quanto care, con ľ imperatore
Da Trigla a 18 Marzo 1611. ni., , ...,
Placido vescovo di Melfi. |