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V Praze, 4. dubna 1611.






Medici velkovévodovi Toskánskému: čeští stavové přinutili císaře k svoláni sněmu a uvěznili Hannewalda, Hegenmüllera a Welsera, ač Zúňiga intervenoval hlavně ve prospěch Hanneivaldův; král a Khlesl se omlouvali, že to učinili stavové o své újmě, čemuž se nevěří; císař marně vypravil k stavům Černím a Haranta, slíbili odpověď za týden, to jest na sněmu; císař poslal také ke králi Leuchtenberka a král k císaři (Meggaua a vévoda Brunšvický se prohlásil proti zatčeni císařových služebníků; stalo se to, aby se ospravedlnil postup proti císaři; císař neví si rady, jednou chce odstoupiti, jindy chce opustiti Prahu a přece má naději, že si udrží království a proto udílí milosti; Medici byl v úterý u Khlesla, který s ním dlouho rozmlouval o pasovském vpádu, jenž prý velmi prospěl politice králově, o kurfirstu Braniborském, o falckrabí Rýnském, o nedůvěře k císaři; arcikníže Leopold poslal Manirina Castiglione do Prahy, aby jednal s králem; Castiglione přijel k Zúňigovi, musel však zpět; arcikníže prý nabízel králi spojeni obojího vojska k zkroceni stavů; Čechové vypravili vojsko proti Pasovským; Khlesl vykládal Medícímu o možnosti úpravy poměrů v Čechách a říši, o lásce arciknížete Leopolda k bavorské princezně, o poměru bavorsko-českém a j.

Orig. ve státním archivu ve Florencii: Codice nro. 4366, Carteggio universale.

Sermo Signoro. A questi stati, dopilo havere fatta la dichirazione scritta la settimana passata al ré, parve loro ancora di faro approvar e dali' imperatore la dieta disegnata, et glie ne fecero instanza con fargli sapere, che, se non la sottoscriverä, erono sforzati di farla in ogni modo; che, sentendo questo suono, la sottoscrisse, dicendo peró di farlo persuadendosi, che non vi s' havesse a trattare dentro di cose contro la sua grandezza. Dipoi hanno messi prigioni l' Anibaldt, I' Eghemiller et Welzer, mercante d' Augusta, che per havere prestati danari al sermo Leopoldo, s' era molto interessato con S. Azza, che l' Anibaldt, dubitandosene giä per i soldati che gl' erono stati messi in casa, et per diversi altri segni, si raccomandava a ogn' uno et in particolare all' ambasciadore di Spagna al quale l' imperatore stesso per il Molardt haveva mandato a raccomandarlo con grand' instanza, perché volesse proteggerlo et camparlo da questa furia. Et l' ambasciadore n' haveva fatti gagliardissimi uffizii col ré et con il vescovo Glesel, mostrando, che non era meno interesse di S. Mta regia, mettere mano a ministri dell' imperatore, perché appresso molti dell' imperio sonerebbe male, et in oltre, perché l' Annibalt, essendo qui in mano di heretici, potrebbono i protestanti volere sapere per mezo loro molte cose che sarebbono di pregiudizio grande; sopra di che il vescovo Glesel gì' haveva data sicura intenzione, che non sarebbe preso, che essendo seguito il contrario, l' ambasciadore se n'è risentito et col ré et con il Glesel che si scusono, haverlo fatto gli stati senza loro; ma non si crede, che ciò sia seguito senza la saputa della Mta S. la quale restava esasperatissima contro il detto Anibald non solo per le cose vecchie, ma perché ultimamente, quando fu per l' imperio, disse cose stravagantissime di S. Mta regia. Et questo risentimento dell' ambasciadore sin a' hora gl' ha giovato per farlo cavare dal rothaus et metterlo in una casa, però con buona guardia. Et l' imperatore subito che furono presi, mandò due suoi camerieri, il Cernino et l' Arant [Byli to patrně Herman Černín a Krištof Harant z Polžic, který byl komorníkem císaře Rudolfa,], a fare instanza agli stati, che volessero lasciargli, et che, se si trovasse cosa nessuna contro di loro, prometteva di castigargli egli severissimamente. Il che mostrorono poco di credergli, et gli risposero, che hoggi a otto gli direbbono le cagioni per le quali gì' havevono fatti prigioni, che è appunto il giorno che deve cominciare la dieta. Sua Mta ces. ha di poi anco mandato dal ré il landgravio [Leuchtenberk] per fare il medesimo uffizio, passando molť altre parole ď amorevolezza, et che, pasati questi giorni santi, S. Mta ces. pensava di fare trattar seco di cose di molta importanza, et hoggi S. Mta regia ha mandato ali' imperatore il suo cameriere maggiore [Týká se Vchynských, kterým dal císař 11. března příslušné privilegium; srovn. č. 408.]. a darle le buone feste et domandarle quello che intenda di farle sapere. Et il duca di Bransuicch ha mostr[at]o ancor' egli senso della carcerazione di costoro ne' quali non convenga a' Bohemi mettere mano, essendo ministri di Sua Mto ces. come imperatore. Et adesso che ogni cosa va a bottino, è entrato in grande speranza di havere il bando contro la città di Bransuich, che è il fine de tutti i suoi pensieri. Et queste prigionie oltre ali' odio intestino contro di questi, si sente, che sieno tutte a fine ď authenticare il processo che si fa hora all' imperatore, perché, se diranno, che queste cose di Possa si sieno fatte con il consenso dell' imperatore, mostreranno, che habbi contrafatto a tanti giuramenti fatti, se non, che habbi sottoscritto cose di tanto momento senza vederle, et però sia incapace.

Et si sente, che in S. Mta ces. sia una varietà grande, perché quando dice di volere rinunziare ogni cosa al fratello amorevolmente et ritirarsi, quando volersene andare, dandoli particolarmente gran fastidio il sentire, che voglino coronare il ré; et dice l' ambasciadore di Spagna, che, quando era in questo pensiero, domandava, se gì' ambasciadori lo seguiterebbono, nel qual caso havrei fatto sempre quello che faceva il nunzio et Spagna, ma mi dice l' ambasciadore, cht non e' è questo pericolo, perché, quando bene volesse andarsene, credo, che non se lo lasceranno scappare delle mani. Et talvolta è S. Mta in speranza di potersi mantenere in questo regno, et a questo effetto si crede habbia concesso uno privilegio, dichiarando li baroni vecchi, cosa desiderata da loro per il passato grandemente et non potuta la mai ottenere, se non doppo havergli fatto ogni male [Meggau], et concesso anco una ratha al Wolstein di una pretensione che haveva di molte migliaia di fiorini, doppo essersi stacciaci tissimamente scoperto contro di lui, ancorchě sia giudice di questo [regno], suo cameriero et cavallerizzo maggiore, che in cambio di riguadagnarlo, non serve a altro che a farsi burlare et da loro stessi et dagl' altri con fare vedere tanto piú la sua debolezza.

Havendomi detto l' ambasciadore di Spagna, che voleva visitare il Glesel, c' andai ancor' io martedl, dove mi discorse lunghissimamente di questi negozü, concludendomi, che, se tutto il consiglio del ré havesse lunghissimamente pensato a quello si dovesse fare per utile di S. M regia, non havrebbe potuto meglio accommodare le cose di quello havesse fatto l' imperatore con rompere prima in Austria, per rendere dalla parte del ré tanti principi che havevono stabilito qui l' accordo, et poi far venire la gl' sante di Possa in Bohemia, perche i Bohemi chiamassero legittimamente S. M regia, et egli potesse venirvi non solo con offesa de' principi dell' imperio, ma piú tosto con havergli dalla sua. Mi disse in oltre, che quel giorno stesso havevono lettere dell' elettore di Brandemburgh il quale s' offeriva al ré amplissimamenie et giä mostrava, che ancora loro per quello apparteneva all' imperio, pensassero di fare altretanto che i Bohemi, et mostra di promettersi molto di questo et del palatino del Zeno, concludendomi poi, che, sebene l' imperatore mostrava talvolta di volersi accommodare con il fratello, nondimeno egli non gli credeva niente, conoscendo la sua inconstanza et astutie et artifitü, et che finalmente bisognasse venire alla paura, solo mezzo, come diceva egli, di ridurlo dove si vuole.

Pare, che si senta, che ' sermo Leopoldo entrasse poi quietamente, ma con pochi suoi servitori, in Possa et che doveva venire a fare le feste a Cremau, et mandó qui il capitano Manfrino Castiglione il quale hebbe gran fortuna a non essere conosciuto, perché correva risico di qualche stravagante morte per essere odiosissimo a questi Bohemi, onde essendo ito a scavalcare a casa l' ambasciadore di Spagna, al quale portava lettere, restó molto confuso della sua venuta et lo fece subito strafugare. Portava ancora lettere al ré, tendenti tutte alla restituzione dell' entrate del vescovado di Possa che sono in Austria, mostrando altrimenti d' essere per gettarsi a stravaganze. Et al ré sento, che pare, che S. Azza voglia tenere tropilo pumo seco et voglia trattare anco di restare in ballo, havendo fatto proporre di unire le sue genti con quelle del ré et ridurre con esse tutti li stati depa casa d' Austria al pristino stato di ubbidienza, cosa molto contraria al fine che ha il ré et molti altri, che vogliono vedere S. Mtá a sedere, dubitando altrimenti di non potere quietare. Portava ancora il detto Manfrino che i soldati erono pronti a licenziarsi ogni volta che le mandasse il resto del pagamento. Pare anco, che S. Azza domandi la signoria di Cremau per il rifacimento delle spese fatte a Giuliers. Et intanto i Bohemi hanno mandate tutte le loro genti con cinquecento cavalli et mille fanti del ré a quella volta per andarle ristrignendo dalle scorrerie, mentre che in piena dieta si determini maggiore risolutione contro di loro... [V následující vynechané části píše Medici, že Leopold hned po vpádu na Malou Stranu poslal kurýra s penězi do Krakova k jakémusi polskému plukovníku, aby najal 100 kozáků, kteří nyní vpadli do Slezska. Dále píše o záležitostech katolické ligy v říši, o smrti bratra kardinála Dietrichsteina a o příchodu kurýra arciknížete Ferdinanda, aby jednal s králem o vrácení statků Leopoldovi.]

Doppo havere scritto sin qui é stato a restituirmi la visita il vescovo Gleselio, essendo stato da me lunghissimamente, ragionandomi delle presenti occorrenze con molta libertä et confidenza, concludendomi, che le cose di Bohemia pensa che si habbino da accommodare con molta facilita et che a questo non habbia a essere difficile il seguitare quelle dell' imperio. M' ha detto bene, che le cose di Ungheria non stanno cosi bene ferme, perché di questo palatino non si assicurano molto [V další vynechané částí vypravuje Khlesl o arcibiskupovi Solnohradském.] Et del signor arciduca Leopoldo mi conferma quanto ho detto di sopra, et in proposito suo mi entrò nelli amori con la principessa di Baviera, dicendomi di stupirsi del duca Guglielmo, che la principessa adesso è molto pentita, et che li era stato detto, che si trattasse matrimonio adesso tra il duca Alberto di Baviera et la figliuola dell' arciduca Ferdinando ď Inspruch, et che il duca Massimiliano di Baviera haveva scritto al ré et alii stati di Bohemia, che non solo non darebbe aiuto nessuno alle genti di Possa, ma sarebbe sempre unito con essi contro di loro, esaggerando la prudenza di quell' Azza, et che egli era sempre stato contrario al matrimonio che disegnava fare il duca Guglielmo con il signor arciduca Leopoldo, ma sicome mi haveva detto le sue lodi, così mi volse anco dire di haverlo per principe ambitiosissimo, et che qualsivoglia grandezza fusse inferiore ali' animo suo [Na konci píše, jak se vyslovil Khlesl nedůvěřivě o kurfirstovi Kolínském a o Karlovi z Lichtenštejna, který zrazoval králi cestu do Prahy.]

Di Praga li 4 di Aprile 1611.

Di V..A™ sermo humilissimo vassallo e servitore

Giuliano Medici.




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