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V Praze, 21. dubna 1611.



[Biskup Sarzanský státnímu sekretáři kurie]: Zúňiga dostal odpověď na zprávu o pasovském vpádu a mluvil s nunciem o následnických nárocích Španělského krále na království České; nuncius uvažuje o tom i o jednání stavů, aby se království stalo volebním; Zúňiga s ním mluvil též o císařově poselství do Saska. Stavové psali do Říše a do Anglie o pomoc; jsou tak podezřívaví, že nikdo se neodváži s nunciem jednati; císař, ač učinil proposici příznivou králi, zase se rozhodl opačně. Hledě k náboženství, jdou věci špatně; nunciové konají, co jim přísluší, s nimi jde Zúňiga, avšak Khlesl povoluje stavům ze strachu. O falckrabí Rýnském se nic neví, dokud se nevrátí Bruneaux.

Dešifrát v archivu Vatikánském: Borghese II. 154, fol. 33 a n. A tergo poznamenáno: "Decifrato li 3 di Maggio". Dále je tam tužkou tato poznámka státního sekretariátu kurie: "Procuri, che la religione riceva il minor danno possibile et a questo eifetto sia unito con Melfi et s intenda con ľ ambasciatore di Spagna."

Di Praga li 21 di Aprile 1611.

Hebbe ľ ambasciatore [T. j. vyslanec španělský.] risposta delle lettere scritte con un straordinario, dando avviso del ľ ingresso delle genti di Possa, ľattione è stata sentita grandemente et è dispiaciuta molto più per il rompimento del ¾ accordo già seguito, incarica S. Mta grandemente, che si veda di far in modo che la casa et la religione non si perdano et sentano danno.

Ľ ambasciatore mi disse, che da molti haveva inteso le buone ragioni che haveva il suo re alla successione di questo regno dopo la morte del li quattro fratelli [Jsou to Rudolf II., Matyáš, Maxmilián a Albrecht, synové Maxmiliána II., come più prossimo, et mi parve di scoprire, che di già vi si fosse applicato ¾ animo per il secondo genito [T. j. pro Matyáše.] con altri fini ancora, et però, quando si è trattato da questi stati, che il regno fosse elettivo, al che ľ imperatore voleva condescendere in ogni modo, ma il re Matthias ha contradetto in tanto che ha detto di non voler più presto il regno, ľ ambasciatore si è affaticato grandemente perché si pigliasse la risolutione che si è presa, et ha perciò trattato con Cleselio et con Barvitio più volte.

Ľ ambasciatore istesso mi ha detto, che sa di buonissimo luogo, et io credo che sia dal Barvitio, il quale è provisionato dal re di 2 mila scudi ľ anno, per quanto ho inteso, che ľ imperatore ha mandato un tale Tedesco del quale non so il nome, huomo di molto intelletto, dal duca di Sasonia [Týká se císařského vyslance rheingrafa Dauna ke kurfirstovi Saskému.] a domandar aiuto, et a far saper lo stato miserabile nel quale si trova, et a pregarlo, che egli mandi poi a tutti li principi del ľ imperio, affine che il negotio vadi più sicuro. Et il mandato già è partito, il che potrebbe eccitar qualche grande tumulto, essendo tuttavia S. M ristretta, dicendosi che così lo vogliono tener sempre.

Hanno scritto questi stati a tutti li principi heretici et in spetie al re ď Jughilterra, dando conto del seguito et domandando aiuto in caso di bisogno. Sono talmente insospettiti li stati, che non ardisce ministro alcuno né del ľ imperatore né del re trattar con me, che perciò non ha voluto Barvitio né Cleselio, che io parli con loro, et conviene passar per terza persona, et ¾ auditore ha parlato a Cleselio in una chiesa.

Se ben ľ imperatore haveva fatta la propositione a favor del re Matthias [Viz č. 40; císař v proposici svolil, aby byl Matyáš korunován.], sabbato [T. j. 16. dubna.], quando doveva dare la risposta alli articoli proposti dalli stati [Srovn. č. 81.], non voleva più far altro, ma persisteva, che si andasse dal re a persuaderlo a ritornarsene in Austria et lasciar S. M in pace a goder il suo regno, ma finalmente replicò.

In materia di religione non so quello che mi dire, parendomi di vedere, che le cose siano per andar molto male, già che si tratta di levar due de megliori [cattolici?] [V rk. chybně "meglio di vescovi"; patrně nesprávně dešifrováno.] dalli offitii del regno per mettervi persone o heretiche apertamente o molto sospette. Monsignor di Melfi et io facciamo la nostra parte, piaccia a Dio che basti, et concorre ancora con noi ľ ambasciatore di Spagna, il quale certo si porta egregiamente, ma Cleselio che ha paura, che li stati non sbalzino, come ho inteso dal gran cancelliere et da altri, che vogliono fare per tenersi, condescenderà a tutto quello che essi vorranno.

Del Palatino del Reno non si sente motivo alcuno, et però non è ne anco bene a mostrarsi senza occasione per non muovere i vermi a quel diavolo con danno evidentissimo della religione, ma nella venuta di Bruneo [Jacques Bruneou, sekretář španělského vyslance Zúňigy.], secretano del ľ ambasciatore, s intenderà ogni cosa et sicuramente.




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