166.

V Praze, 25. dubna 1611.



Biskup Melfský státnímu sekretáři kurie: Odpověď stavů českých císaři je velmi zostřena na radu královu, požadavky stavů, které jsou uvedeny, jsou v přímém odporu k spravedlivým nárokům císařovým; nemůže tomu ani věřiti, ač připouští, že prokletá negromantie velmi pobouřila mysli; přičiní se zítra všemožně u nejvyšších úředníků, aby odpověď stavů nebyla císaři odevzdána aneb aby se proti ní našly prostředky; Zúňiga psal Khleslovi a chce promluviti s králem.

Orig. v archivu Vatikánském: Nunziatura di Germania 114 F, fol. 247 - 249. A tergo adresa kardinálovi Borghese a poznámka: "Ricevute a XII di Maggio 1611. Risposto a 14 detto".

Illmo et Revmo signore.... Conosco che veramente è un abusar la patienza di V. Sia Illma il replicarle senza frutto quel che con maggior chiarezza Ella intende de gľ affari di qua da monsignor vescovo di Sarzana; et questa volta in particolare m astenerei volontieri di dirli quel eh a pena posso credere, et che sintende in ogni modo da persone degne di fede, cioè che la risposta dei stati boemi da darsi alle dimande del ¾ imperatore venghi molto alterata et inasprita per consiglio del re, volendo detti stati, che S. M ces. s oblighi, sopravivendo al re, di non poter più pretendere al regno, il cui dominio hora se li toglie per il mal governo; che possa S. M cesstarsene o a Milnich o a Piltzena, et con guardie, ma non già in Praga, il cui castello vogliono che si serbi per il lor proprio re; che se li dia un donativo ogn anno, assai modesto, cioè di 100 mila taleri, senza chapparisca contributione o cosa che possa argomentare superiorità in questo regno; che le signorie comprate dei suoi proprii denari possa ritenersele, ma le appartinenti alla corona debba cederle al re, il quale saccollerà i debiti che vi sono; et finalmente che debban tuttavia proseguirsi i processi contro carcerati et per giustitia absolversi g¾ innocenti et castigarsi i colpevoli.

Cose tutte di diretto contrarie non solo al volere et alle giuste pretensioni del ľ imperatore, ma anco al fine che fin hora ha mostrato il re, di voler in tutto quel che potesse, sodisfar ali intentione di S. M ces., perché privandosi del regno restasse in ogni modo con riputatione et con honore; et io che so quel che più ï una volta m ha detto S. regia M, non ardisco hora di credere in tutta questa si repentina mutatione, et non li avendo questa mattina per tutt hora di pranso dato i Boemi detta risposta ali imperatore, come ne anco credo, che sia seguita fin hora, sospendo a darvi credenza et aspetto, che ľ esito del negotio me ne chiarisca più appertamente.

Non nego però, che queste maladette negromantie han fatto assai cattivo effetto et irritato g¾ animi in gran maniera, ma con tutto questo non so vedere con quanta raggione si lasci di considerare la cattiva impressione che può far neh" imperio, et il pregiudizio che può causare alle nostre pretendenze un così strano trattamento verso ¾ imperatore contra il consiglio di Nostro Signore, [T. j. papeže.] del re cattolico, [T. j. krále Španělského.] del ľ arciduca Alberto et di tutti gľ amici et dipendenti della serenissima casa ď Austria.

Io penso dimani far ogni sforzo con questi ministri, perché procurino che detta risposta, non essendo data, si riformi, o pur data, trovino qualche mezzo, perché si modifichi. Il signor ambasciatore cattolico [T. j. Zúňiga.] ne ha scritto un biglietto a monsignor Gleselio, qual però finge di non saperne altro, come quello eh è stato questi giorni risentito in letto. Dice anco esso signore ambasciatore di volerne parlare in buona forma al re, et ľ istesso farò di conserto ancor io, quando vegga che i ministri non mi rispondono a tuono....

Da Praga a XXV ď Aprile 1611...

 

Placido vescovo di Melfi.



 




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