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V Praze, 2. května 1611.



Padavin dožeti Benátskému: Král, roztrpčen na císaře výpověďmi o čarodějství, ještě zostřil odpověď českých stavů císaři, která mu má býti odevzdána dnes; Sasko a Mohuč naléhají, aby král jednal s císařem tak, aby nerozjitřil knížat říšských a neohrozil své volby; korunování má býti 12. května, ale jsou obavy, že stavové podají dalekosáhlé požadavky; Španělsko naléhá, aby korunování bylo co nejdříve, slibuje Matyášovi pomoc v říši a snaží se získati pro něho kurfirsty; je pochybno, zda český hlas bude patřiti Matyášovi či Rudolfovi; císař činí přípravy k odjezdu, Čechové ani král nemohou tomu zabrániti.

Orig. v státním archivu v Benátkách, dříve ve Vídni: Dispacci di Venezia, Senato III 45, fol. 85 - 86. A tergo adresa dožeti Benátskému a poznámka: "2 Maggio 1611, ricevute a 11. - Germania prima."

Sermo principe.... Sicome il re Mattias nel suo primo ingresso in questa città ha dati segni manifestissimi di volere trattare con ľ imperatore con termini di reciproca buona corrispondenza, passando scambievoli complimenti che davano qualche speranza, che fossero anco per abbocarsi insieme, così hora per quello che cava dalli prigioni per strigherie, si mostra di maniera disgustato e mutato, che invece di alterare le risposte de Boemi in beneficio del fratello, ha non solo confirmate quelle che con le passate mie ho rapresentate alla Ser V. [Srovn. č 168.], ma aggiunto anco, che non intende, che le provintie le diino cosa veruna, perché non restino a lui tributarie, che ben egli per sua cortesia le darà in dono ogn anno cento mille talari e piglierà in se le signorie col carico di sodisfare i debiti.

Gueste risposte devono essere date hoggi a cesare, non havendo il re voluto, che segua inanti per ascoltare prima gli ambasciatori di Magonza e Sassonia che sono stati a lui, et oltre le lettere presentate hanno fatta gagliarda instanza, perche S. M tratti con il fratello in modo, che non esacerbi gli animi de principi del ľ imperio e con ciò venghi a mettere in compromesso la sucessione a se medesimo. Si crede, che sopra esse replicherà ¾ imperatore, ma ben con poca speranza di avantaggiarsi in qualche parte.

Ľ incoronatione è stabilita, che segua il giorno del ľ Ascensione, il che solecita anco il ré, per levarsi fuori dalle instanze che le potessero esser fatte dai principi di portarla in lungo, il che anco si teme sia per seguire, perché Boemi per quanto qui viene detto, vogliono dare alcune dimande che tirano seco molte consequenze, che a suo tempo non mancherò ï avisare.

Ľ ambasciator di Spagna fa quanto può, perché si effettui quanto prima ľincoronatione, et da buon loco intendo, che ha ordeni dal suo re, di fare anco gente in aiuto di Mattias per assicurare in lui la corona ď imperio. Si affatica anco per guadagnare gli elettori, con quali fin hora ha avanzato col mezo di Colonia, che concordemente hanno fra loro rissoluto di unirsi insieme, benché fin hora non sia dichiarato il tempo né il loco, tampoco mentre si temeva, che gli heretici non venissero, ma ľ accordo di Sassonia con Brandemburgh ha causato ciò. Hora il dubio sta, se incoronato Mattias re di Boemia e ritenendo ľ imperatore il titolo, a quale di essi due resterà il voto del ¾ elettione di re de Romani, punto, che per aventura sarà difficile da decidersi.

Si è sparsa voce per la corte, che ¾ imperatore non vogli restare in questo regno, né meno in Praga al tempo del ľ incoronatione, ma sia rissoluto transferirsi in Ratisbonna che è nel ¾ imperio, nel che tanto più mi do a credere, che habbi questa intentione, quanto che il suo cavallerizzo mi ha detto in confidenza di havere ordine di tenere alestite tutte le cose necessarie e fare le provisioni che potessero bisognare nella cavallerizza, per essere pronto ad ogni cenno, che vogli partire. E Boemi apertamente dicono, che non glielo potrano vietare, il che si crede farà anco Mattias, per non alterare gli animi degli elettori con quali prettende pure di stare bene. Io venendo il caso della partenza, stimo non alontanarmi dal servitio del ľ Eze V. col seguire ľ esempio degli altri ministri, niente di meno in questo mentre aspetterò gli ordeni, che pareranno loro di darmi, perché in tempo mi capiterano. Grati etc.

Di Praga li 2 Maggio 1611

 

Marc Antonio Padavin.






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