321.

V Praze, 9. května 1611.



Biskup Sarzanský kardinálovi Borghese: Císař k němu poslal v úterý a rovněž k Zúňigovi, aby pro něho něco učinili a aby omluvili, že jich nepovolal; včera poslal Minckwitze a Wackera; biskup Sarzanský s nimi jednal a vyslovil pochybnosti o způsobu navrhovaném císařem; nevěří, že císař opustí Prahu; kdyby opustil Čechy, Češi mu nechtějí dáti nic, a v říši by také nesehnal peněz; biskup by se chtěl přimluviti u krále, avšak král je nemocen; články, které stavové mají předložiti králi, skrývají jed, neboť směřují k volbě úředníků, svobodnému sněmování a k spojení se Saskem, Falckem a Braniborskem; stavové nemají peněz na vojsko, které drancuje a žebrá; podobně královští, kteří si chtějí půjčiti peníze z Benátek; Slavata a Martinic byli osvobozeni, druzí zatčení ještě ne.

Orig. v knihovně Vatikánské: Barberini 6912, fol. 10 - 11. A tergo adresa kardinálovi Borghese a poznámka tužkou: "Siano insieme il nuntio Melii et Don Baldassare per rimediare a questi pregiudizi, altamente il re resterà con il puro nome e con nessuna 0 poca autorità et la religione cattolica si annichilerà in breve tempo".

Illmo.... Mandò S. M ces. il signor di Molart martedì [T. j. 3. května.] da me, perché volessi affaticarmi per suo commodo, et ľ istesso officio fece con il signor Don Baldassare, [T. j. Zúňiga.] dicendo, che non eravamo stati chiamati, perché S. M haveva la notte havuto un fastidiosissimo accidente, et che o la sera o la seguente mattina ľ haverrebbe fatto, ma non seguì. È ben vero, che hieri mandò il vicepresidente del consiglio aulico barone Mincovich [T. j. Ehrnfried Minckwitz.] et il referendario Wacher, [T. j. dr. Jan Matyáš Wacker, referendář říšské dvorské rady.] il primo luterano et il secondo tenuto quasi atheista, perché io volessi faticar in modo che la religione cattolica non patisse et la casa serenissima non sentisse detrimento, tanto più che S. M voleva trattar il re non come fratello, ma come figlio, et nel modo istesso che fece Ferdinando a Massimiliano, et questo a S. M.

Dissi, che io non havevo mancato di far quello che havevo potuto, et che lo farei ancora, ma era ben vero, che ľ offitio era fuor di tempo, perché bisognava, che S. M cominciasse a negotiare prima et non adesso, che di già haveva cessa la corona. La difficoltà sta nel governare et pare veramente cosa strana a chi non sa essere instinto di natura di desiderar quello, che viene prohibito, perché da molti anni in qua non ha mai voluto governare ľ imperatore, et adesso gliene vien voglia; che nel resto, se ľ imperatore volesse contentarsi di operar nel convento quello che potrebbe a commodo del re, et lasciasse a lui il libero governo, se gli potrebbono far dar molte altre sodisfattioni et honorevolezze che dubito non haverà. I Boemi non lo vogliano in Praga, ma credo, che il re sia mutato in questo, et se bene è opinione, che ¾ imperatore deva partire, et così mi disse il Molart, che li consiglieri secreti giudicavano esser bene, tuttavia io non credo, che sia per partire di qua, perché è gran cosa a farlo risolvere, che metta il piede fuor delle camere, et quello che più importa, non vi sono denari. Et andando fuori del regno, si lasciano intendere questi, di non volergli dar cosa alcuna, né può far capitale del aiuto del ¾ imperio, perché non li darebbono un soldo.

Se io havevo audienza, pensavo di parlar col re et con i ministri a comodo del ľ imperatore, ma non par, che S. M regia sia con buona salute, havendo per quanto intendo, un poco di podagra.

Intanto pare, che li articoli da proponersi al re si vadino orpimentando per coprire il lor veneno, perché non si parlerà di elettione, ma si vuole in ogni modo, che li offitiali si elegghino a voti, non ostante, che in dieta si dicesse dalli offitiali stessi, che questo era regale mero del re, al quale dissero, che se ne sarebbe parlato; non vogliono far dieta, ma sì bene senza licenza poter far convento nel quale si possa tratare et risolvere tutto quello, che sarà di servitio del regno, nel che si comprende ¾ armar et ogn altra cosa. Et perché è riputatione et honore del re, che assistino i feudatarii o per se o per altri alle diete et a conventi, vogliono, che devano intervenire persone di Sassonia, Palatino del Reno et Brandeburgo, per haver una tacita colligatione con loro et trovarli pronti ad ogni lor bisogno.

Le forze di questo regno sono tante, che non possono pagare li 3 mila fanti et mille cavalli assoldati, onde conviene per pura necessità, che rubbino, come fecero sabbato le beccarie, et vadano a dimandar per ¾ amor di Dio. Et il simile quelli del re alii quali sono detti sei quarantani il giorno che doverebbono havere; et intendo da buona parte, che vogliono ricercar il segretario di Venetia per haver in prestito da quella signoria 200 mila zecchini.

Fumo poi liberati come innocenti quelli signori Slauata et Smescianschi, ma Anneualt et Eghemiller sono stati rimessi alii stati. Il Welzer doveva hoggi esser liberato...

Di Praga li 9 di Maggio 1611

 

Giovanni Battista vescovo di Sarzana.






Přihlásit/registrovat se do ISP