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V Praze, 9. května 1611.



(Biskup Sarzanský kardinálovi Borghese): Nemohl si nikdy mysliti, že by měl býti Matyáš králem Římským; Matyáš nemá vědomosti a je nástrojem v rukou [Khleslových], který je zkázou církve a řídí se radami Žerotínovými, směřujícími k zachování kacířství; [Khlesl] téměř ani nečte mše a nepostí se; jest nutno usnadniti volbu Římského krále a zachovati tuto důstojnost domu Rakouskému; při změně úředníků bude lze se starati, aby byli vybráni lidé dobří a horliví; biskup Sarzanský chce oznámiti podle shody s biskupem Melfským a (Zúňigou) Matyášovi nařízení papežovo, aby pokud možno podporoval královu volbu, podobně mluvil s králem [Zúňiga], jemuž král znova slíbil, že Čechům nepovolí v ničem; Žerotín chce odstranit kancléře [Lobkovice].

Dešifrát v archivu Vatikánském: Borghese II 154, fol. 42. A tergo: "Praga li 9 di Maggio, il mintio. Decifrato li 23 di Maggio." Dále je tam poznámka tužkou: "Ripetere quello che già è stato scritto in questa materia della elettione nella quale Nostro Signore non ha mai havuto difficoltà, ma ben ha dovuto procedere con circospettione per più ragioni tendenti anco al benefitio del re medesimo. Non entri tuttavia il nuntio a fare questa scusa né a parlarne se non provocato. Et sempre si è detto qui al Ridolfi, che S. S caminerebbe unita col re di Spagna. Impediscano esso et Melfi quanto possono li disegni del Scaratino".

Di Praga li 9 di Maggio 1611.

Io non potei mai indurre ľ animo mio a pensare, che il re Matthias dovesse havere il regno de Romani, ma né anco quelli stati che ha havuti et è per havere adesso, perché, se bene la natura sua non è se non buona, è però accompagnata da così poco sapere et scoriatura ["soccorrità" v rk.; patrně chybně dešifrováno.] tale, che serve più presto per banditor della volontà altrui, che esecutore della propria. Et chi ha autorità con lui, è huomo così pernitioso che, se havesse aportato tanto bene et utile alla religione cattolica, quanto ruina et danno, beate queste provincie; ma rimanesse qui, ha egli pensieri pieni di passione et tutti dediti alla vendetta contra ľ imperatore, che perciò non può vedere et non vede i consigli perversi che gli sono dati dal Saratino, [T. j. Karel st. ze Žerotína.] il quale va a fine di tener bilanciate le forze di casa ď Austria in Germania, et che con questo possano essere sicure le provincie di Austria et di Moravia di conservarsi nella religione heretica et mantenere la colligatione che hanno tra di loro. Ma che si può aspettare da huomo che non attende se non accumular danari, che non dice quasi mai messa, lascia ¾ offitio le settimane intiere et mangia ancora di quaresima, di venerdì et di sabbato carne" né digiuna il venerdì santo, come mi ha detto monsignor di Melfi.

Pure essendo le cose qui in stato tale, che bisogna che il mondo si muti, è necessario di facilitar ¾ esito di questo intrico, dove ľ uscita è più spedita, ne si vede adesso, che si possi dar in altri et per facilitar ľ elettione et per conservar questa dignità nella casa ď Austria, che è dir conservar ancora la religione cattolica, potendosi poi operare, che si mutino i ministri, et che siano buoni et di zelo quelli che si piglieranno.

Dovendo perciò io caminar unitamente con monsignor di Melfi et con ľ ambasciatore cattolico et far anco forza, che io mi governi con il parere loro, che è stato, che io debba significare al re Matthias la dispositione di Nostro Signore per la corona de Romani et ľ ordine, che ho di promovere questo negotio per quanto potrò, havendo già fatto questa settimana ¾ ambasciatore ľistesso offitio a nome del suo re, massime che ho giudicato convenirsi et esser bene, che S. M sappia questa buona dispositione di S. Beatitudine, perché, quando pur non succedesse, che fosse re de Romani, sarà però principe tanto grande in queste parti, che non doverà essere discaro di haverlo se non bene affetto verso la Santità S. per tutti quei rispetti che V. S. Illma considererà prudentissimamente, che perciò mi ha indutto più facilmente a condescendere aliopinione et volontà di questi signori, massime che di già monsignore di Melfi haveva dato un tocco al re di questa deliberatione di Nostro Signore con molto contento della M S., come hieri mi disse Cleselio, il quale soggiunse, che si haveva havuto grandissima difficoltà in ricevere questo contento, di che haveva lettere anco lui da Roma et ne era stato avvisato, il che credo fosse detto ad arte.

Vidi ľ ordine del re di Spagna ali ambasciatore, che dovesse dechiararsi con il re Matthias per la elettione del re de Romani, come haveva fatto. Credo che sarà negotio che si terminerà nella persona sua, non potendo cadere in altri. Il re di nuovo ha dato parola ali ambasciatore di non dover concedere alii Bohemi cosa alcuna; et voglio credere, che lo farà, perché si pregiudicherebbe troppo alla pretensione della corona de Romani. Intanto il Saratino fa tutti i mali offitii che può, contra il grancancelliere, per levarlo di offitio, pretendendolo lui, ma non credo, che gli riuscirà, et si farà ogni opera.




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