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V Praze, 9. května 1611.



Biskup Melfský kardinálovi Borghese: Slezané chtěli, aby se dříve rozhodlo o jejich nároku na účast při volbě krále; těžce nesou, že byli opominuti při designaci Matyášově; 7. května přičiněním Moravanů se shodli s ostatními, aby se věc odložila; tím se uspíší korunování, nebude-li králi překážeti dna; císař chtěl získati Turna a snažil se slibem samostatnosti odtrhnouti Slezany od Čechů; mnoho si sliboval od Slezanů a 7. května ráno dával horlivě slyšení vévodovi Brunšvickému a vyslancům z Mohuče a Saska; dnes ráno odevzdali Češi císaři odpověď, která je velmi tvrdá; biskup Melfský přemlouval krále, aby s císařem zacházel uctivě, a pokud slyšel od Khlesla, doufá, že král po korunování to upraví k spokojenosti císařově; čeká se, jak císař odpoví Čechům; jeho zákroky jsou už marný.

Orig. v archivu Vatikánském: Nunz. di Germ. 114 F, fol. 282 - 284. A tergo adresa kardinálovi Borghese a poznámka: "Ricevute a 26 di Maggio 1611. Risposto a 28 detto."

Illmo... I Slesiti, benché si mostrassero contenti di mutar patrone et della cessione fatta dali imperatore, volevano nondimeno, che prima di proceder più oltre, si decidesse la lor pretendenza di haver parte nella elettione del nuovo re, qualunque volta succedesse il caso, sentendo essi aspramente, che tre anni sono nella disegnatione fatta di questo sermo re fossero stati da Boemi preteriti. Questa difficoltà, che in se stessa di gravissimo peso, poteva tanto più per la circonstanza del tempo et ¾ altri adminiculi turbar grandemente il negotio, ha causato, che la presente dieta habbia havuto fin hora uno assai lento principio. Ma sabato [T. j. 7. května.] finalmente, con essersi per tutto il giorno intiero i stati, così Boemi come Slesiti, Moravi et Losatti trattenuti insieme, convennero tra di loro per opra particolarmente de Moravi, che per non impedir il corso del presente negotio con tanta spesa et danno delle provincie, salve le raggioni ď ambi le parti, si differisse la decisione della controversia ad un altra dieta in tempo più opportuno, per il che si va hora accelerando la coronatione con fermo pensiero, che habbia a seguir per il giorno già destinato di giovedì, se però la podagra che da venerdì a sera cominciò lentamente a farsi sentire da S. M, aggravandosi non vorrà esser ï impedimento.

Ľ imperatore, intanto per quel che io ho da sicurissimo luogo, non ha mancato a se stesso, et oltre le reiterate offerte fatte al conte della Torre et a sua moglie et suocera per mezzo della moglie ď Ernesto di Molart ha procurato di tirarsi a se i Slesiti con offerirli di disgregarli dal regno di Boemia et farli stati et città imperiali con un mondo di altri privileggii. Al che però come cosa che può haver seco molte difficoltà di gravissime conseguenze, oltre ¾ evidente pregiuditio della serma casa, non han dato orecchie più che tanto. Intendo, che Sua M ces. haveva per questa controversia de Slesiti conceputo grandissima speranza nella quale si mantenne per tutto sabato, riavendo quella mattina non obstante la sua poca buona dispositione per la palpitatione del cuore, che ľ haveva molto vessato il giorno inanzi, dato con insolita sedulità tre volte audienza al duca di Bransuich et discorso molto a lungo con gľ ambasciatori di Magonza et di Sassonia.

Questa mattina finalmente hanno i Boemi dato risposta a S. M ces. per quanto intendo molto rigida, non volendola di residenza in Praga, ma che se ne vadi in Pilsna, et rimettendo ali arbitrio del re il dargli i cento mille talleri per suo sussidio. Io non mancai di persuader ultimamente Sua regia M, come ho fatto sempre, a voler trattar ľ imperatore, anco per suo proprio servitio, con termini honorevoli, et per quel che mi par di ritrarne, et che esplicitamente mi dice monsignor Gleselio, credo, che se bene la risposta de Boemi ha molto del temerario, in ogni modo seguita che sia la coronatione, il re dovrà modificarla in gran maniera, perché ¾ imperatore debbia rimanerne contento. Questa istessa offerta intendo che facesse monsignor Gleselio al Barvitio ľ altra sera che s abboccorno insieme.

Staremo hora attendendo, che motivo farà ¾ imperatore a questa risposta de Boemi, ma io credo, che dal canto suo ogni remedio sarà intempestivo, come molto tarda è stata la ricchiesta fatta ¾ altro hieri a monsignor nuntio et al signore ambasciatore cattolico, [T. j. Zúňiga] perché s interponessero per accommodar queste differenze col re, quando la cosa era ita in precipitio....

Di Praga li 9 Maggio 1611.

 

Placido vescovo di Melfi.






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